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Arben Shehi – Il buio è fatale

Sopra la nebbia carica di pioggia invernale
vola l’aereo di mezzanotte come cavallo stanco,
come cavallo spaventato cavalcato da migranti.

Loro dormono, si svegliano, di nuovo si addormentano.
La patria è ancora lontana…

Restano dietro le luci delle città straniere,
una dopo l’altra,
nella vigilia del Capodanno
e il loro amore
qual albero abbellito per Natale
s’affretta ad atterrare pieno di nostalgia
nell’aeroporto del Paese natio.

E’ quasi mezzanotte,
ma d’un tratto si ravviva il bordo dell’aereo:
genitori che si spingono insieme a vispi bambini,
visi stanchi appoggiati agli oblò.
Dove è Pa…?! Dov’è?! … Non si vede niente…!
Piccoli nasi schiacciati sui vetri,
i piccoli palmi come periscopi verso la luce …

“Ecco, ecco là … laggiù … ma ecco là, non lo vedi?
Eccolo …
Erra la menzogna del
genitore
come un flash innocente
Sui dorsi oscurati
ancora più delle catene montuose.

Ahimè!
Ahimè, fuori c’è solo l’oscurità,
l’oscurità profonda …

Però, l’oscurità è fatale!

Aeroporto d’Albania, autunno 2007

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Arben Shehi, poeta albanese, è nato a Scutari nel 1954, vive e lavora a Tirana. Partito come progettista, è ora docente di Architettura all’Università di Tirana e attivo in diversi organismi promozionali, attualmente consigliere del Presidente della Repubblica d’Albania. È impegnato nella vita sociale e politica del suo paese, alla quale contribuisce con opinioni e articoli, su architettura, sviluppo sostenibile e politiche economiche. Ha pubblicato diversi libri di poesie, tutti caratterizzati da una profonda sensibilità e liricità.
Di recente è stato pubblicato Tempo che non porta da nessuna parte, per Robin edizioni, Arbentradotto in italiano da Amik Kasoruho.

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