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Archive for the ‘guerra’ Category

Carlos Drummond de Andrade – Sentimento del mondo

Ho soltanto due mani
e il sentimento del mondo,
ma sono pieno di schiavi,
i miei ricordi scorrono
e il corpo transige
nella confluenza dell’amore.

Quando mi alzerò, il cielo
sarà morto e saccheggiato,
io stesso sarò morto,
morto il mio desiderio, morto
il pantano senza accordi.

I compagni non hanno detto
che c’era una guerra
e che era necessario
portare fuoco e viveri.
Mi sento disperso,
anteriore a frontiere,
umilmente vi chiedo
che mi perdoniate.

Quando i corpi passeranno
io resterò solo solo
capeggiando la memoria
della guardia, della vedova e del microscopista
che abitavano la baracca
e non furono ritrovati
all’albeggiare

quest’albeggiare
più notte della notte.

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Carlos Drummond de Andrade (1902-1987), poeta, prosatore, cronista e critico, è considerato fra i maggiori scrittori del nostro secolo, pietra angolare della letteratura brasiliana.
Il suo esordio letterario avvenne con la raccolta poetica intitolata Alguma Poesia (1930), dove accanto ai dettami modernisti fecero capolino toni introspettivi innovativi. Con Brejo das Almas (1934) l’autore espresse una notevole carica di humour e sarcasmo, ma bisognerà attendere Sentimento do Mundo (1940) per capire il vero talento del poeta; in questo lavoro l’ironia fece da contrappunto al lirismo e quindi Drummond risolse il contrasto fra aspirazione e creazione.
Negli anni quaranta l’autore venne influenzato dagli eventi bellici, quindi impregnò i suoi lavori di tematiche sociali e rese più impetuoso il tono delle sue liriche.
Durante gli anni cinquanta le liriche di Drummond assunsero un’atmosfera di mistero, di tormento ma anche di contemplazione, mentre rimase inalterato il desiderio del poeta di comunione con la natura e gli esseri umani.
Tra le tematiche fondamentali del poeta, si annoverarono quelle della famiglia, della terra natale, dell’amicizia, della società, dell’amore e dell’esistenza.
CarlosDrummonddeAndradeVasta ed importante anche l’attività narrativa e saggistica di Drummond.

MAHMOUD DARWISH

Il nemico che prende il tè nella nostra capanna
ha una giumenta nel fumo e una figlia
con sopracciglia folte, occhi nocciola
e, sulle spalle, una chioma lunga
come una notte di canzoni. La sua immagine
non lo lascia tutte le volte
che viene da noi a chiedere il tè,
ma non ci dice cosa fa lei di sera, né parla
di una giumenta abbandonata
dalle canzoni in cima alla collina…
Nella nostra capanna, il nemico si riposa dal fucile.
Lo abbandona sulla sedia di mio nonno
e si nutre del nostro pane come fa l’ospite.
Sonnecchia un po’ sulla sedia di vimini.
Carezza la nostra gatta
e ci dice sempre:
non biasimate la vittima.
Chiediamo: e chi è?
Lui risponde: è sangue che la notte non asciuga.

(Da: Perché hai lasciato il cavallo alla sua solitudine?)
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Mahmud Darwish è nato a Birwa, un villaggio della Galilea, in Palestina, dove trascorre l’infanzia fino al 1948, quando la famiglia è costretta a riparare in Libano. Dal 1996, dopo ventisei anni di esilio, è tornato a vivere in Palestina, stabilendosi a Ramallah. Considerato unanimemente uno dei più grandi poeti contemporanei, Mahmud Darwish è tra le voci più limpide della cultura e della storia palestinesi. Tra le sue opere, oltre a Murale, sono disponibili in traduzione italiana: Una memoria per l’oblio (Jouvence, Roma 1997), Meno rose (Cafoscarina, Venezia, 1997) e Perché hai lasciato il cavallo alla sua solitudine? (Edizioni San Marco dei Giustiniani, Genova 2001).Darwish

Categorie:guerra, Poesia Tag:

Maram al Masri – I figli della libertà

I figli della Libertà
non indossano abiti di cotone
la loro pelle presto si abitua alla ruvida stoffa.
I figli della Libertà
indossano abiti usati
e ai piedi scarpe troppo grandi
oppure nudità e ferite.
I figli della Libertà
non conoscono il sapore delle banane
né delle fragole
ma soltanto quello del pane duro
intriso con acqua di Pazienza.
La sera
i figli della Libertà
non fanno il bagno caldo
non giocano con le bolle di sapone
giocano con gli pneumatici
con i sassolini
e con i resti delle bombe.
Prima di andare a letto
i figli della Libertà
non lavano i denti
non ascoltano le favole
di principi e principesse.
Ascoltano il frastuono della paura e del freddo
sui marciapiedi
davanti alle porte delle loro case distrutte
negli accampamenti
o
nelle tombe.
I figli della Libertà
come tutti i bambini del mondo
aspettano
il ritorno della madre.

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Maram al-Masri è nata nel 1962 a Lattakia (Siria), Vive a Parigi dal 1982. Dopo un primo libro pubblicato nel 1984 a Damasco dal titolo “Ti minaccio con una colomba bianca”, presso la casa editrice del Ministero dell’Educazione, ritorna alla poesia con “Ciliegia rossa su piastrelle bianche”, pubblicato a Tunisi dalle Edizioni L’Oro del Tempo, nel 1997, e salutato con entusiasmo dalla critica dei paesi arabi.
Il premio del Forum culturale libanese in Francia, al quale partecipò il poeta libanese Adonis e destinato a premiare le creazioni letterarie arabe, le è stato attribuito nel marzo 1998.
Le sue poesie sono state tradotte e pubblicate in spagnolo, francese, inglese, tedesco, italiano, corso e turco.
Il suo terzo libro “Ti guardo”, pubblicato originariamente a Beirut nel 2000 (e poi in Francia e in Spagna) è stato pubblicato nell’agosto del 2009 da Multimedia Edizioni (traduzione dall’arabo di Marianna Salvioli). Il suo libro “Les âmes aux pieds nus”, pubblicato in Francia da Le Temps des Cerises è stato pubblicato col titolo “Anime scalze” nel 2011 dalla Multimedia Edizioni / Casa della poesia che nel 2014 dà alle stampe “Arriva nuda la libertà” (traduzione dall’arabo di Bianca Carlino).10406768_10152172702236519_1025358113972585280_n

Maram
La sua poesia è inserita nel volume “Non ho peccato abbastanza. Antologie di poetesse arabe contemporanee” (Mondadori, 2007).

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Nuova guerra in arrivo – Franco Santamaria

Odora ancora di sangue la carne dell’ultimo

morto del deserto di Libia.

La lama rotante è già pronta

a tagliare altra carne come incessante gioco

virtuale.

Il macello s’è allungato verso Est per accogliere

altri petali d’infanzia

e roveti di donne nere di velo

e muri e fosse di ammassati ignoti lacerti

di presunto mondo nemico.

Squali e avvoltoi

non vivono i verdi prati della parola;

né spengono i congegni di fuoco

all’odore di petrolio e di rapina

da macerie e da morti.

Fondono i loro ventri esplosivi nell’eterna

notte nera

della crudeltà ‘umanitaria’.

 

NEW WAR COMING

Traduzione di Emanuel di Pasquale, Long Branch (New Jersey), 07.09.2013

 

The flesh of the last

dead in Lybia still smells of blood.

The rotating blade is ready to cut other flesh

like an incessant virtual game.

The slaughter has reached to the East to gather

other petals of infancy

and clumps of dark women in veils

and walls an graves filled up with nameless flesh

of a presumed antagonistic world.

Sharks and vultures

do not live the green fields of the word

nor do the gadgets of fire die

at the smell of petrol and the robbing

from the ruins and the dead.

Their exploding innards mix with the eternal

night

of ‘humanitarian’ cruelty.

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Franco Santamaria, poeta, scrittore e pittore, è nato a Tursi (Matera), risiede a Poviglio (Reggio Emilia). Ha pubblicato: “Primo lievito” (Gastaldi, Milano – poesie), “Storie di echi” (Ferraro, Napoli – poesie), “Echi ad incastro” (Joker, Novi Ligure – poesie), “Se la catena non si spezza” (Bastogi, Foggia – racconti), “Passaggi d’ombra” (El Taller del Poeta, Spagna – racconti), “Radici Perdute” (Kairòs Edizioni – poesie), “I due fiumi” (plaquette, con “ori” di Luigi Mariani, Edizioni Pulcinoelefante), “Felix” (plaquette, con “ori” di Luigi Mariani, Edizioni Pulcinoelefante), “Anteprime in ombra” (comprendente “Primo lievito”-ristampa e “La mia valle non è l’Eden”) (Kairòs – poesie). È presente in riviste e antologie letterarie, in numerosi portali web di letteratura e gallerie d’arte. Pur partecipandovi raramente, ha conseguito molti primi premi in concorsi letterari o artistici. Santamaria